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Artists & Bands

Intervista di Gianluca Livi a 

Tony Carnevale

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Intervista di Giampiero Wallnofer a Tony Carnevale
su Radio Elettrica
Intervista di Albert Hera, Francesca Iaccarino e Elisa Pezzuto a Tony Carnevale
su SIING
Intervista di Max Tamanti a Tony Carnevale, a Radio Roma Television.

 

Qui comincia, a cura di Arturo Stalteri, 4 settembre 2022

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LEFT – Intervista a Tony Carnevale, di Roberto Biasco

Tony Carnevale a Radio Città Aperta, a cura di Alessandro Sgritta

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Intervista a tony carnevale a roma 3 radio in occasione dell’uscita del libro “oltre le note”

 
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Interviste sulla formazione musicale a Tony Carnevale e ad Ennio Morricone, a cura dell’Adnkronos

 
AdnKronos 8.5.16
Scuola: Tony Carnevale, per musica in classe serve un pensiero nuovo


Roma, 8 mag. (AdnKronos) – Musica in classe? “Serve un pensiero nuovo”. Ne è convinto Tony Carnevale, musicista e formatore, conduce con un metodo originale dei Laboratori all’interno dei quali si lavora alla formazione di un’identità artistica originale attraverso la realizzazione di progetti dei partecipanti a qualunque livello e senza limiti di genere e stile. “Ancora oggi – sottolinea Carnevale all’Adnkronos – la formazione musicale è principalmente concentrata sul suonare uno strumento o cantare, su aspetti quindi esecutivi, lasciando ai margini un aspetto invece fondamentale che appartiene indistintamente a tutti gli esseri umani: la possibilità di creare un proprio suono”. “Da tempo immemorabile – spiega – l’essere umano costruisce strumenti o emette suoni con la voce senza che questo abbia un’utilità, ma soltanto come profonda esigenza espressiva; quando si viveva nelle caverne non esistevano certo sale da concerto o scuole di musica, ma questo non impediva agli esseri umani di produrre suoni che, per ovvie ragioni, non potevano essere stati ”imparati” ma ”creati””.
Secondo Carnevale, quindi “per affrontare il problema è necessario chiarirsi sul termine creatività, spesso utilizzato come generico accenno ad attività artistiche, che non sono automaticamente attività creative. Molto spesso infatti la formazione non prevede la produzione di suoni originali, ma l’esecuzione di cosa già esistenti, e questo con la creatività ha a che fare in modo parziale”. “Basterebbe poi osservare – evidenzia – quanto nella cultura e nella didattica sia dominante la figura dell’esecutore rispetto a quella del compositore, per capire che c’è qualcosa che deve essere analizzato meglio. Troppo spesso – lamenta – si pensa inoltre alla creatività come qualcosa che c’è o non c’è (o arriverà), qualcosa di misterioso che verrebbe forse da una predestinazione o da un dono divino”. “La creatività – ribadisce – è legata invece a un movimento del pensiero che produce un’idea e la sviluppa concretamente. Questo movimento appare spesso come spontaneo, ma in realtà origina sempre da uno stimolo, cosciente o non cosciente, dal rapporto con altri esseri umani e con le loro rappresentazioni”.
Secondo il musicista “questa visione ”umana” (quindi non ”divina”), può portare all’elaborazione di una metodologia adeguata allo stimolo e sviluppo di questo aspetto, quello creativo, che altrimenti verrebbe abbandonato a se stesso o, peggio ancora, soffocato da un assetto puramente tecnico-teorico. Esprimersi attraverso suoni originali, non imparati da altri, è un diritto di tutti, non uno specifico di qualche eletto; poi fare il compositore di mestiere è un’altra cosa, ma saper pensare una propria musica, o anche solo saper improvvisare, è indispensabile per una visione nuova e moderna della formazione musicale”. “Senza una visione di questo genere – evidenzia Carnevale – è difficile, se non impossibile, parlare di creatività umana e di come rendere possibile una formazione musicale più profonda e completa, a partire dalla formazione dei formatori, spesso impreparati al delicatissimo rapporto di sviluppo di realtà così profonde di un altro essere umano. Senza un’adeguata preparazione psicologica – ribadisce – è praticamente impossibile pensare di fare formazione: anche se costa molto affermarlo, i danni prodotti da insegnanti e metodologie inadeguate sono tali che, in mancanza di una nuova ricerca sulla formazione musicale e artistica in generale, si possa arrivare a pensare che sia addirittura meglio avvicinarsi alla musica con quella spontaneità che non di rado, come le storie di tanti musicisti testimoniano, produce risultati eccellenti”.
Carnevale mette quindi in luce il problema “dell’antiquato e a volte scandaloso sistema di reclutamento degli insegnanti, basato su astratti titoli e spesso inquinato da valutazioni ”insindacabili” quanto assurde di tali titoli e pericolose per gli studenti: sono questi ultimi, infatti, quelli che poi ci vanno di mezzo, purtroppo, in quanto non di rado hanno a che fare con ”insegnanti” non propriamente qualificabili come tali”. “Ci vuole il contributo di tutti – aggiunge – musicisti, insegnanti e politici, per lo stretto legame che c’è tra formazione e cultura; il mio modesto contributo lo sto portando sia nelle attività dei laboratori musicali che da ormai 16 anni propongo come una possibile nuova metodologia per l’apprendimento e lo sviluppo delle capacità di esprimersi attraverso i suoni, soprattutto i propri suoni, sia nel mio ultimo libro ‘Il suono ritrovato’, dove si propone la possibilità concreta di un approccio non razionale alla musica, un approccio che privilegia l’aspetto creativo-espressivo rispetto a quello tecnico-esecutivo”. “Anche se la strada da percorrere è lunga – conclude – una nuova visione della formazione musicale è possibile, ma le buone intenzioni non sono purtroppo sufficienti: ci vuole, appunto, un pensiero nuovo”.

SCUOLA: MORRICONE, MUSICA IN CLASSE? SERVONO CORSI AI PROFESSORI
Il premio Oscar, ne parlai anni fa con l’allora ministro Berlinguer, per una vera riforma servirebbe un decennio Roma, 8 mag. (AdnKronos) – “Insegnare la musica nelle scuole? Magari, ma serve una generazione di insegnanti da preparare perché attualmente non sono in grado di farlo”. Parola del compositore premio Oscar Ennio Morricone, che da anni si spende su questo tema. Conversando con l’Adnkronos infatti, il musicista ricorda: “Anni fa ne parlai con l’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer e avevamo concordato cosa si dovesse fare. I docenti di quelle scuole nelle quali la musica è ancora oggetto di una qualche attenzione, purtroppo non possiedono alcun metodo didattico. Per questo dovrebbero fare dei corsi”. Secondo Morricone, “per fare una vera riforma in questo senso servirebbe un decennio con un programma ad hoc e degli insegnanti in grado di svolgerlo. Inoltre – sottolinea il compositore – non serve far suonare i bambini con i flautini di plastica, ma bisogna far loro ascoltare la musica spiegando le forme musicali”. Per questo, secondo l’autore della colonna sonora di ‘C’era una volta in America’, “bisogna dotare tutte le scuole di un impianto per ascoltare la musica e di importanti incisioni discografiche. Gli studenti devono ascoltare i brani come esempio degli argomenti teorici: se si parla della sonata per pianoforte, bisogna fare sentire loro quelle di Mozart e Beethoven”, conclude Morricone.

Musyance: intervista a tony carnevale

 
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Roma 3 Radio: Intervista a tony carnevale

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il suono ritrovato: arrivare agli altri attraverso la musica

di Claudio Costantino

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Agenzia radicale: il suono ritrovato

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Artist & Bands: Intervista a tony carnevale

di Gianluca Livi

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Intervista a stefania graziani

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           la musica cambia

 

Siamo molto contente di inaugurare questa rubrica con il racconto delle due serate di presentazione del CD di debutto di Stefania Graziani, musicista e formatrice, La musica cambia svoltesi il 17 e 18 settembre nei locali della libreria Zalib di Roma, a cura della nostra Associazione di cui Stefania è socia fondatrice. L’atmosfera accogliente all’interno degli spazi della libreria e del giardino all’aperto ha permesso a tutti, in questi tempi difficili, di trovare un posto nel quale sentirsi a proprio agio e godersi la serata. L’autrice ha condotto gli spettatori all’interno di un racconto personale e suggestivo, nella cui narrazione parole e musica si alternavano senza mai spezzarne il filo emozionale.
L’esecuzione, in apertura di serata di un preludio di Chopin a rappresentare il passato, gli studi al conservatorio, quando l’esecuzione pianistica di brani che altri avevano scritto sembrava l’unica strada percorribile: …in tutto il percorso al conservatorio non ho mai composto, né sentito l’esigenza di farlo. Nessun insegnante, nessun formatore mi aveva proposto di fare un lavoro diverso. Stefania si racconta: Come tante storie nuove anche questa è iniziata con un incontro: anni fa un’amica, mi presentò Tony Carnevale, diventammo amici…presa fiducia del rapporto che si era istaurato tra noi, decisi di seguirlo e iniziare a frequentare il suo laboratorio basato su un nuovo metodo formativo, che consiste nello sviluppo dell’identità artistica originale dei partecipanti,…metodo derivato da una lunghissima ricerca che Tony aveva fatto sulla musica…un diverso modo di pensare la musica e i musicisti…una diversa poetica. Col tempo ho capito che fare mio quel modo di pensare era il punto di partenza necessario.
Un incontro e un rapporto che le hanno cambiato la vita: Per la prima volta mi trovo davanti ad una situazione nuova dove si parla di ideazione musicale, di sviluppo del pensiero creativo come necessità per una formazione musicale più completa. Questa che sto per dire è una cosa forte ma, insomma… io pensavo di non avere idee musicali, per cui l’impatto con questo Laboratorio è stato molto forte per me, c’era questo blocco…poi però legare la musica al pensiero è stato fondamentale. Tony mi diceva: “ E’ impossibile che non hai idee musicali, se non hai idee musicali vuol dire che non pensi, se non pensi vuol dire che sei morta”. Le parole scorrono calme, il racconto di una vita prende lentamente forma, l’emozione è palpabile e non potrebbe essere diversamente… mettersi a nudo non è semplice, la musica fa il resto, completa il racconto: Primo amore, Presto farà giorno, Il suono delle tue parole, Tra sogno e realtà, Cercare, Suggestioni, Nuvole basse, Liberi di andare, titoli che già da soli parlano di un vissuto. L’autrice racconta: …la ricerca per i titoli, di parole che potessero restituire un’immagine, l’immagine che c’è poi nel brano musicale.
Molto particolare è stata l’introduzione che Stefania ha fatto dell’unica canzone contenuta nel CD, dal titolo Nuvole basse: …vi presento la bellezza della composizione, la possibilità di poter condividere con altri quello che uno fa. Si è alzata e ha lasciato il posto al pianoforte a Gianluigi Farina, che ha accompagnato Daphne Nisi alla voce.
Certamente non è facile per noi riassumere due serate intense, piene di spunti molto interessanti riguardo la musica e la formazione musicale, tanti argomenti che meriterebbero singolarmente una trattazione specifica. Tenteremo di parlarne con voi attraverso altri articoli, nel frattempo vi invitiamo a leggere i libri e a venire ai laboratori.
Vorremmo però concludere questo nostro scritto con un racconto di Stefania che ci ha molto toccato: Sto cercando di raccontare cosa è successo dentro di me… non è facilissimo. Cambiare il pensiero sulla musica mi ha permesso di credere nella mia fantasia e poi anche di difenderla, nel senso che non viviamo in un mondo facile. Ci sono certi rapporti, una certa cultura che ti fanno vedere come inutile quello che non appartiene alla realtà materiale. Resistere non è facile, soprattutto se si è soli…io ho la fortuna di aver potuto lavorare su una parte profondissima di me, in un contesto collettivo, ma soprattutto immersa in un rapporto, (con Tony) in cui è nato tutto questo. Un rapporto tra creatività, la mia ovviamente in sviluppo …la cosa poi particolare è stato l’incontro tra una creatività maschile e una femminile. Mai, in nessuna situazione, in nessun modo mi ha portata nella sua direzione, ma sempre mi ha spinta a cercare il mio mondo espressivo, ed è una cosa rara da trovare (…è la storia di tante donne compositrici che ce lo conferma). Tutto questo lavoro di stimolazione che abbiamo fatto sul pensiero creativo ha determinato un cambiamento significativo della mia realtà interna che poi ovviamente porto in tutta la mia vita”.


La musica è cambiata perché è cambiato il colore dei miei pensieri. La musica cambia.


La Redazione: Luna, Sabrina e Sara
 
 

 


 

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